VUOI VERIFICARE LA COPERTURA ASSICURATIVA DI UN VEICOLO?
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Pratiche Auto e Moto
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http://www.motorionline.com/2018/02/05/patente-auto-dimenticata-cosa-accade/
In base al Codice della Strada, per poter circolare con un veicolo a motore bisogna portarsi dietro alcuni documenti e tra questi c’è, ovviamente, anche la patente di guida.
Ma che succede se per caso siamo usciti in fretta da casa senza prendere la patente e in strada ci ha fermato una pattuglia dei vigili? Ahinoi, purtroppo dovremo pagare una multa.
Il Codice della Strada, all’art. 180, dice che per poter circolare con un veicolo a motore bisogna portarsi dietro i seguenti documenti:
Dunque, cosa rischia chi si è dimenticato la patente a casa? Se sta guidando un’auto la multa va da 41 a 168 euro, mentre se il soggetto è alla guida di un ciclomotore la sanzione si riduce e va da 25 a 99 euro.
Tuttavia, entro un termine stabilito (solitamente 24 ore) è obbligatorio presentarsi agli uffici di polizia per dare informazioni o esibire documenti ai fini dell’accertamento delle violazioni. Chi non lo fa rischia una multa da 419 a 1.682 euro.
Ma la patente dimenticata è il caso meno grave. Che succede invece a guidare senza aver mai conseguito la patente?
Guidare senza aver mai preso la patente può costare da un minimo di 5.000 euro a un massimo di 30.000 euro (3.500 euro con pagamento entro 5 giorni, 5.000 euro con pagamento entro 60 giorni e 15.000 euro con pagamento oltre 60 giorni). Stesso discorso per chi guida con patente revocata (la sanzione dev’essere definitiva) o non rinnovata per mancanza dei requisiti prescritti. Inoltre, nell’ipotesi di recidiva nel biennio abbiamo anche l’arresto fino a un anno. A queste violazioni seguono il fermo amministrativo del veicolo per 3 mesi e la confisca se il conducente è recidivo. Se fermo e confisca non possono essere disposte la legge prevede la sospensione della patente (eventualmente posseduta) per un periodo che va da 3 a 12 mesi.
Multe via e-mail: dal 1 febbraio arrivano tramite Pec, come funziona e cosa cambia
Per info puoi contattarci ai seguenti recapiti:
PESCARA, 17 gennaio – Autotrasportatori sul piede di guerra, contro l’aumento dei pedaggi del 13% su A24 e A25. Le associazioni di categoria Assotir, Cna-Fita, Confartigianato-Trasporti, Fai-Conftrasporto e Fiap Abruzzo, al termine di un incontro a Pescara, proclamano lo stato di agitazione e annunciano clamorose forme di protesta, come l’abbandono dell’autostrada e il passaggio lungo le strade della viabilità ordinaria, qualora non siano riconosciute le loro ragioni in riferimento all’aumento delle tariffe autostradali.
Gli autotrasportatori abruzzesi, dunque, sono pronti a mettersi in viaggio sulle strade statali, con tutti i rischi conseguenti per la sicurezza e la salute di operatori e cittadini.
Le sigle dell’autotrasporto abruzzese per conto terzi, in una nota congiunta si rivolgono al Governo e alla società di gestione, “per chiedere un pacchetto di agevolazioni e di interventi per la messa in sicurezza delle autostrade da e per Roma”.
E’ scritto nella nota:
“Il mondo produttivo subisce ormai da anni, senza alcuna giustificazione, danni rilevanti ai bilanci, costretto com’è a fare già i conti con una concorrenza fortissima. Ed ora le aziende vedono concreto il rischio di dover scaricare il maggior costo dei pedaggi sull’intera filiera, coinvolgendo i consumatori”.
Al Governo, ed in particolare ai ministeri dei Trasporti e dell’Economia, le sigle dell’autotrasporto, che nelle prossime ore invieranno la richiesta di un incontro, chiedono il riconoscimento di agevolazioni, “in considerazione delle particolari condizioni di disagio (stagionali, meteorologiche e altimetriche) in cui si svolge l’attività di autotrasporto tra Abruzzo e Lazio”.
Alla società che gestisce A24 e A25, Strada dei Parchi, le associazioni di categoria chiedono invece di mettere in campo un pacchetto di misure necessarie ad accrescere la sicurezza, “come nuove aree di sosta e di servizio, sin qui solo promesse e mai realizzate”.
VERONA – Troppi nonnetti arzilli al volante non inclini a rispettare il codice automobilistico, al punto da ‘bruciare’ i punti della patente. Accade a Verona, ma la Polizia municipale nutre più di qualche dubbio sul fatto che le cose stiano proprio così. Sono oltre una trentina, infatti, gli ultra 90enni veronesi a cui sono stati tolti i punti dalla patente, e oltre duecento i maggiori di 80 anni
Il dato, decisamente sorprendente, emerge dall’analisi sull’età dei conducenti che si sono dichiarati alla guida di veicoli, ai quali da parte della Polizia municipale non è stato possibile contestare infrazioni dei limiti di velocità, talvolta anche superiori di 60 chilometri orari al massimo consentito. Il sospetto è che qualcuno faccia il furbetto, appioppando all’ignaro nonnetto, che l’auto non la usa neppure più, infrazioni mai commesse.
«Su questo fronte – ricorda il comandante, Luigi Altamura – le conseguenze per le false dichiarazioni dei proprietari di veicoli comportano denunce penali, come accaduto in sei casi nel 2017, dove la Polizia municipale ha dimostrato l’impossibilità della guida degli anziani segnalati alla guida, perché ricoverati in casa di riposo o immobilizzati presso la propria abitazione». Nel 2017 sono scesi a 19.215 i punti-patente decurtati dalla Polizia municipale veronese per comportamenti scorretti alla guida. Un dato in calo rispetto al 2016 (erano stati 20.235) e ancor più basso rispetto al 2015 (24.994 punti). Tra le principali cause della decurtazione resta l’alta velocità (4.878 punti tolti), seguita dal divieto di sosta su stalli bus e invalidi (2.934 punti), dalla mancata precedenza (2.475 punti), dalla guida in stato di ebbrezza (1.900 punti) e dall’utilizzo del cellulare alla guida con 1.395.